Fabula by Akram El-Bahay

Fabula by Akram El-Bahay

autore:Akram El-Bahay [El-Bahay, Akram]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Edizioni Gribaudo
pubblicato: 2023-10-15T00:00:00+00:00


Una miriade di domande invase la testa di Will, incapace di gestirle. Gli saltarono sulla lingua e da lì di corsa sulle labbra. «Dov’è nostra madre? Con chi ha parlato? Perché c’è la sua voce in quel pappagallo? E… e…»

«Parlagallo» lo corresse Hoin che poi si lasciò andare a un sospiro. Rivolse un’occhiata al vecchio Utab, che però dava l’idea di non aver capito granché delle parole appena ascoltate.

Alle loro spalle imperversava la grande confusione dei parlagalli, ma Will riusciva a pensare solo e soltanto alla madre. D’istinto cercò la sorella con lo sguardo. Gli sembrò di sentire le sue parole in testa. Mamma è qui. Dobbiamo trovarla!

«C’è un braccio del Baratro riservato solo ed esclusivamente alle peggiori creature della notte» spiegò Hoin con tono spiccio. «È là sotto che il parlagallo ha imparato a memoria la deposizione della furia. E in quel mentre deve aver captato anche una conversazione avvenuta nella cella accanto. Si sente solo una voce. Prima che mi mandassero all’assemblea delle fate per ottenere le firme del cacciatore che come sempre mancavano in fondo al modulo… Argh, ma questo non è importante. Insomma, prima di partire mi sono imbattuto per caso in queste parole che il parlagallo aveva memorizzato nel corso di un altro interrogatorio. Doveva per forza trattarsi della prigioniera nella cella accanto, la AA-23, anche se non risulta da nessuna parte che un nano sia mai entrato in quella cella. É tutto molto strano. Un gran mistero. Immagino che voi siate quei Will e Charlotte di cui parla la detenuta, giusto? Non potevo crederci, quando ho sentito i vostri nomi. Voglio dire, voi siete umani. Quindi anche quella prigioniera deve venire dal vostro mondo. E rinchiudere qui un umano è un’ingiustizia che…» Hoin era troppo scioccato per riuscire a terminare la frase.

Senza dire nulla Will guardò prima sua sorella poi di nuovo il nano. Fu proprio Charlotte a ritrovare la parola per prima. «La detenuta è senza ombra di dubbio umana. È nostra madre. E non è certo una creatura della notte. Che cosa ci fa qui?»

«La furia» balbettò Will. «C’entra senz’altro la furia. Dov’è il resto della deposizione?» Fece per acciuffare il parlagallo, ma l’uccello azzurro si difese con il becco, talmente duro e appuntito che sarebbe stato in grado di spaccare una pietra.

«Al parlagallo è stato ordinato di dimenticare. Ma queste sono creature particolari. Non fanno sempre quello che dovrebbero. Gli hanno ordinato di dimenticare, anche se la furia non ha ancora parlato con una fata.» Dal tono di Hoin, sembrava trattarsi di un reato gravissimo. «Capite che cosa significa?»

I fratelli fecero segno di no con la testa.

«Non si può rinchiudere qui ad Akhâz una creatura della notte se non c’è l’approvazione di almeno una fata. Sarebbe ingiusto! Ho scoperto che stanno cercando di nascondere il fatto che quella furia si trovi qui. Le carte firmate dal cacciatore le ho consegnate, come da protocollo, già ieri sera. E oggi sono sparite. Sono andato apposta a controllare prima di colazione. E neanche su vostra madre c’è nulla.



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